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Atlanta, la vittoria arriva con il treno

di Mario Margiocco

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Domenica 17 Agosto 2008

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Quella dell'assedio di Atlanta fu, nel quarto e penultimo anno della Guerra Civile americana, una campagna strategicamente decisiva, come osserva Raimondo Luraghi, a livello internazionale fra i massimi storici del conflitto americano. Privò il Sud di un nodo ferroviario cruciale. E di uno dei pochi impianti siderurgici per la produzione bellica. Sherman turba ancora oggi, nel Sud. Tecnologia, trasporti moderni, genio logistico, cannoni e fucili a retrocarica, più rapidi e precisi, guerra totale per distruggere la già scarsa capacità industriale del Sud e le ricche risorse agricole: per questo Sherman sarà definito dal grande storico militare inglese sir Basil Liddell Hart «il primo generale moderno» (in «Sherman: soldier, realist, american», 1929).

«La campagna di Atlanta sarebbe stata impossibile senza le ferrovie, le 185 miglia da Louisville Kentucky a Nashville, Tennessee; le 150 da Nashville a Chattanooga; e le 137 miglia da Chattanooga ad Atlanta. Rifornire regolarmente con mezzi tradizionali tutte quelle truppe - scriveva nelle sue Memorie (1875) Sherman - avrebbe richiesto 36.800 carri con un traino di sei muli ciascuno, e ogni carro con due tonnellate di carico a una media di 20 miglia al giorno, cosa semplicemente impossibile con quelle strade. Quindi ribadisco che la campagna di Atlanta sarebbe stata impossibile senza quelle ferrovie». Che erano poi, con la linea da Louisville, Kentucky a Charleston, South Carolina, via Nashville, Chattanooga, Atlanta e Augusta, la grande linea meridionale di collegamento tra il fiume Ohio e il mare.

«L'intelligenza e l'energia fanno di Sherman uno massimi leader militari americani», osservava Friedrich von Meerheimb, un ufficiale superiore dello Stato Maggiore prussiano, in una sua attenta analisi della campagna di Sherman in Georgia. Meerheimb è l'unico fra i cinque o sei esperti tedeschi che seguirono sul campo o analizzarono la Guerra Civile americana a giungere a conclusioni illuminanti, ma rimaste a lungo in Europa senza seguito. In Germania, e anche altrove in Europa, dominava il giudizio di von Moltke il Vecchio che definì la Guerra civile come «due bande armate che si rincorrono in lungo e in largo nel Paese, e dalle quali non c'è nulla da imparare».

Gli osservatori tedeschi erano interessati soprattutto all'uso dell'artiglieria, e del cannone a canna rigata, più preciso di quelli napoleonici che erano fino ad allora la norma e che anche nella guerra civile vennero largamente impiegati, insieme. Ma sottovalutarono tutti l'introduzione dei fucili a canna rigata, retrocarica e poi a ripetizione, che cambiavano il rapporto di forza tra cavalleria, artiglieria e fanteria, a vantaggio di quest'ultima. Con una gittata utile di 450 metri, scardinavano la carica di cavalleria, colpendo cavalieri e animali prima che l'impatto della carica avesse i suoi devastanti effetti; e con il cannone napoleonico che sparava a meno di 400 metri potevano colpire gli artiglieri cercando di restare ragionevolmente al riparo. L'artiglieria da campagna era fornita sostanzialmente, nella Guerra civile, di due tipi d'arma: il cannone "Napoleon" da 12 libbre a canna liscia, e il Parrot calibro 76 a canna rigata.

Anche l'attacco in linea a ordine chiuso, napoleonico, della fanteria che avanzava compatta fidando più sulla baionetta che sul proiettile ad avancarica piuttosto impreciso fu superato, e incominciò l'attacco in ordine sparso, cosa che molti comandanti francesi (e italiani) della prima guerra mondiale facevano ancora fatica a comprendere. Gli effetti sulle tattiche di combattimento furono enormi, e mal compresi in Europa: il fucile a retrocarica, che poteva essere ricaricato anche strisciando, o a cavallo, rese spesso superata la baionetta, e trasformò la cavalleria in fanteria a cavallo, rendendo inefficace la carica e la sciabola. Fra lo scandalo delle mense ufficiali dei reggimenti di cavalleria europei. Per rendersi conto della rivoluzione, basti pensare che solo nel 1840 un "moderno" fucile ad avancarica, il primo degli Enfield, aveva incominciato a sostituire, nell'esercito britannico, il vecchio moschetto Brown Bess, l'arma standard della fanteria a partire dal lontanissimo 1722.

L'Europa non capì l'effetto micidiale sulle tattiche di attacco delle mitragliatrici, che ebbero il debutto, con il primo rudimentale modello Gatling, nella Guerra Civile. Sottovalutò l'uso capillare del telegrafo. E capì solo in parte quello della ferrovia, l'unico aspetto di qualche interesse per von Moltke, che esattamente decuplicava invece le potenzialità logistiche. I tedeschi avevano intuito il suo utilizzo per trasportare in fretta truppe da un fronte all'altro, e lo applicarono contro l'Austria nel 1866. Ma gli americani furono i primi a farne tesoro, per necessità su un teatro di guerra spopolato e grande quanto l'Europa intera. E lo Stato maggiore prussiano non si rese conto che solo grazie alla ferrovia per la prima volta Sherman aveva potuto tenere in ordine di battaglia, efficiente e ben fornito, un esercito di 100mila uomini mentre i vecchi cariaggi, le vettovaglie e il foraggio raccolti sul posto raramente avevano consentito fino ad allora schieramenti superiori ai 30-40mila uomini.

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